Le elezioni politiche del 2022 si caratterizzano per l’uso dei social da parte dei politici. Quello che lascia perplessi è la strategia adottata dai leader di partito nel preferire TikTok, social criticato e usato principalmente dai giovani. Con un milione di utenti attivi di cui oltre il 67% con un’età superiore ai 25 anni, TikTok non è più (soltanto) un passatempo per adolescenti ma rappresenta un importante bacino elettorale a cui attingere per trovare consenso politico. A sollevare la situazione è l’esperto e imprenditore digitale Mik Cosentino, presente sulla piattaforma con un seguito di oltre 59mila follower, imprenditore digitale e fondatore di InfomarketingX. Ed è proprio con Mik Cosentino che vogliamo conoscere il motivo di questa strategia elettorale per comprendere la cultura politica.
Perché i politici scelgono un social dedicato ai giovani?
«Possiamo identificare due ragioni, la prima riguarda i risultati numerici di TikTok: secondo i dati Audiweb relativi al primo quadrimestre 2022, gli utenti unici mensili di TikTok sono stati circa 14,4 milioni, pari a circa un terzo (32.3%) di tutti coloro che hanno utilizzato Internet nel nostro paese. La seconda ragione è più di carattere sociale ed è legata a quella storica distanza che ormai separa i giovani dalla classe politica. TikTok è il social dei giovani, con oltre il 66% di utenti attivi con un’età inferiore ai 30 anni, la maggior parte compresa tra i 16 e i 25 anni, perché non provare a utilizzarlo per raggiungerli? A maggior ragione se consideriamo che, come da fonti Ipsos, in tema di voto gli indecisi rappresentino il 10,1% degli aventi diritto e sono soprattutto studenti (22,7%). In un momento cruciale per la politica italiana è sbagliato non essere su TikTok. La storia lo conferma, le campagne elettorali si sviluppano in tv, ma anche e soprattutto sui social».
È una campagna elettorale troppo aggressiva con i social e poco contenuto dei programmi. Ciò significa che mancano le idee registrando una perdita di identità culturale?
«I programmi elettorali ci sono sempre stati e anche oggi non mancano, quello che secondo me può far percepire una maggior superficialità nella campagna elettorale odierna nasce da una considerazione non corretta dell’uso dei social network, in primis TikTok. Questa piattaforma non è più soltanto un passatempo per adolescenti, fatto di video brevi e frivoli, al contrario è un interessante strumento di business per le imprese e un’opportunità altrettanto importante per il mondo politico. Io stesso con la mia azienda uso TikTok da un paio d’anni per divulgare contenuti informativi. La cosa fondamentale è conoscere lo stile comunicativo della piattaforma e farlo proprio, senza però snaturarsi. Parlare ai giovani è sicuramente complesso, pensare di farlo scimmiottando il linguaggio dei ragazzi può risultare imbarazzante. I giovani vogliono essere trattati da adulti ed è importante offrire loro programmi credibili, contenuti nei quali possano identificarsi e che possano riscattare la credibilità che in questi anni è progressivamente diminuita nei confronti della classe politica, anche e soprattutto attraverso TikTok. A fare la differenza è sicuramente la modalità comunicativa adottata e i valori alla base del messaggio. Sposare cause last minute per mere finalità elettorali e sbarcare su TikTok senza avere le idee chiare su come esporsi può risultare controproducente. Il modo migliore per scongiurare questi rischi è essere se stessi. Chi forza la propria comunicazione, oltre a renderla inadeguata, tende a risultare ridicolo e più in generale poco credibile».
Francesco Fravolini